Un giorno a scuola, un mio compagno è venuto a dirmi che un ragazzo mi doveva picchiare... Io sono rimasto un po' stupito perché non sapevo il motivo di questa cosa. Ho cercato però di non pensarci. Tornando a casa sul metro, mi sono accorto che quel ragazzo che mi voleva picchiare era seduto di fronte a me. Vedendomi si è avvicinato e mi ha dato uno schiaffo molto forte. Dentro di me sentivo rabbia, anche perché lui mi aveva picchiato senza alcun motivo. La tentazione di restituirgli lo schiaffo era fortissima. Intanto altri miei amici...

ci si erano messi intorno e mi guardavano come per dire: "Dai! Fagli vedere che non hai paura di lui". E' stato un momento molto critico, perché se non avessi reagito, i miei compagni mi avrebbero deriso e quel ragazzo ne avrebbe preso lo spunto per continuare a fare il prepotente. In quel momento però ho pensato che quella era la mia occasione per vivere fino in fondo la parola di vita, essendo sicuro che il perdono non equivale alla sottomissione. Così mentre tutti si aspettavano che io mi scagliassi su di lui, con calma mi sono seduto e nel mio cuore ho detto: "Ti perdono!". Per quel ragazzo è stata una doccia fredda perché anche lui s'aspettava una reazione violenta. Scendendo dalla metropolitana uno dei miei amici mi ha chiesto il perché di quel mio comportamento e così io ho potuto spiegargli della parola di vita sul perdonare. Il Vangelo - ho detto - è più forte ed efficace di qualsiasi schiaffo!

Occorre perdonare sempre...
Parola di Vita dal mese: «Non ti dico fino a sette, ma fino a settanta volte sette» l   Mt 18,22

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